La lingua dei mostri

I mostri che ci abitano dentro
le bestie, che pure somigliandoci
camminano in un labirinto di specchi
che li deforma
non sono nati mostri
nulla di noi nasce bestiale
distorto
ma il tempo
la vita
e la direzione che prendiamo
spesso ci fanno ignorare
quello che di noi si perde
e rimane
ramingo e solo
nei corridoi specchiati
della coscienza.

Proviamo ad ucciderli
ma ogni volta che li colpiamo
che affondiamo il coltello dentro l’anima
di quello che siamo
non li uccidiamo
ma diventano solo più deformi
rabbiosi

Proviamo ad ignorarli
ma i nostri mostri crescono con noi
sono forti come noi
e sono soli
quando meno ce ne accorgiamo
spuntano, prendono parola
cercano di uscire
disperati come sono
per trovare
chi li può ascoltare.

Fanno paura, i nostri mostri
nascosti nel buio, feriti, ignorati
dai comandanti della nostra anima
messi da parte per le emergenze
messi da parte per la vergogna
messi da parte per la paura.

Messi da parte,
tanti o pochi
quanti sono
urlano per uscire
in una lingua che
non puoi capire.

Escono fuori, lottando
ma se non li capisci tu
nessuno li capirà

Bisogna parlare, coi mostri
prendere tempo per imparare
la lingua dei mostri
non vergognarsi
dei mostri che abbiamo dentro
ma trattarli per quello che sono
fotografie viventi
della nostra autoincomprensione
che abbiamo fatto finta
di dimenticare.

Bisogna sfilare fieri,
per strada
coi propri mostri
in modo che
gli specchi si rompano
in modo che
l’incantesimo si sciolga
dal loro sguardo
rendendoci uguali e diverse
espressioni, reazioni
vicende
della nostra vita
tatuate per sempre
nell’anima.

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